Dal punto di vista vinicolo, a lungo il Carso è stato considerato la Cenerentola del Friuli Venezia-Giulia. Oggi questa zona è diventata una chicca da aggiungere ad un panorama regionale già di per sé ricco.
Siamo infatti di fronte a vini davvero particolari, il Terrano, (in sloveno: Teràn) come dice il nome è legato alla terra rossa del Carso, ma è fatto con uva a bacca nera della famiglia dei Refoschi (Refosco dal peduncolo verde) che qui si esprime con vini dal colore acceso e intenso, con sentori di frutti di bosco, grande acidità, poco alcol e corpo discreto.
Oggi con l’abbassamento delle rese, lo svolgimento della fermentazione malo-lattica e in generale con la grande cura dei cosiddetti “pionieri del Carso”, cantine artigianali di cui abbiamo assaggiato i vini a seguito descritti, si sono ottenuti vini più longevi, rotondi e “internazionali”.
In questa regione rocciosa, dominata dai contrasti e sferzata dal più forte dei venti, la viticoltura è una sfida quotidiana alla natura, un conflitto dove fatica e passione si rincorrono cementando nell’uomo un legame orgoglioso e sincero con il territorio.
Il Carso stesso è un territorio peculiare, una zona di confine dominata da falesie calcaree a picco sul mare. Ci troviamo in una grande baia, il Golfo di Trieste, che con la sua conformazione consente la creazione di diversi microclimi e zone vitivinicole importanti, divise tra Italia, Slovenia e Croazia. Le temperature sono critiche, supportate da un vento gelido anche in estate e un’escursione termica importante tra giorno e notte.
I fenomeni “carsici” permettono un veloce drenaggio delle acque, mentre la pietra calcarea, caratteristica dominante del territorio, conferisce una chiara impronta al vino. È un territorio con due problematiche diverse: sull’altopiano c’è molta roccia e poca terra, presa e trasportata dalle doline per “costruire” le vigne; sul mare invece, la terra va terrazzata coi muretti salvando ogni singola pietra per poter fare i vigneti.
Tutti i vini descritti nella degustazione provengono da realtà artigianali, caratterizzati da tradizione, territorio e stile: tre parole che sono la cifra per capire il vino e il suo carico culturale.
DEGUSTAZIONI
Terrano 2014 – Bajta
Stile particolare, siamo sul Carso vero e proprio, le uve raccolte e diraspate manualmente donano un colore rosso vivo con riflessi violacei e profumi di frutta di bosco, sentori di amarena, chiodi di garofano, noce moscata e una mineralità di tipo calcareo. In bocca è fresco, intenso, secco, con una tipica vena acida, ma ci sono anche morbidezza, complessità e rotondità.
Terrano 2014 – Castelvecchio
Azienda tra le più grandi della zona del Carso goriziano, dallo stile tradizionale. Vino riconoscibilissimo, che, come il precedente, ha grande persistenza gusto olfattiva e integrità. I sentori sono gli stessi, tipici con in più la presenza della bacca di ginepro e della scorza d’arancia.
Terrano 2013 – Zidarich
Complessità al naso e schiaffo acido all’entrata in bocca, in un’iniziale non corrispondenza che svanisce subito, tramutandosi in perfetta coerenza e una lunga persistenza. Complesso al naso e in bocca, ha tutti i sentori varietali: rosmarino, rabarbaro, bacca di ginepro e mineralità calcarea.
Terrano DOC 2013 – Kovač
Rosso rubino vivace con riflessi violacei. Al naso esprime belle e intense note di frutti di bosco, appena pepati. Al naso è deciso, caratterizzato da un’acidità veemente e da una lontana morbidezza, perfetto contrasto per un assaggio che chiude con un finale particolarmente fruttato, su decisi sentori di ciliegia e di mora.
Terrano Riserva 2011 – Skerk
Rosso rubino profondo con riflessi granati. Bouquet ampio e intenso con note di frutta nera matura seguite da marmellate e ciliegie sotto spirito. Non mancano aromi terziari di spezie e sentori balsamici. In bocca è ampio ed avvolgente con dei tannini evoluti ben innestati su una trama fitta e corposa, decisamente muscolare. L’ottima vena acida ne assicura freschezza e longevità. Un vino che che dimostra che il Terrano può durare nel tempo.
Terrano 2010 – Kante
Nel bicchiere si presenta con un colore rosso rubino fitto e scuro, poco penetrabile. Il naso è principalmente fruttato, con note che richiamano la ciliegia e la prugna. Al palato è austero, tannico, di corpo pieno, caratterizzato da una buona vena acida. Chiude con un finale lungo.