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Sella & Mosca + Antonio Marras: il vino haute couture

Due anime creative, una sola, grande Isola.

Antonio Marras crea le nuove etichette della cantina Sella&Mosca narrando una storia che parla di un’amicizia nata sotto il cielo stellato e tra i vigneti di Alghero. Due eccellenze sarde, unite dal fil-rouge di identità e territorio danno vita a quattro diversi vini che mostrano un nuovo volto della storica cantina.

Antonio Marras e Francesca Moretti

Lo stilista Antonio Marras, conosciuto nel mondo per il suo stile di grande sperimentazione, disegna le etichette dei quattro nuovi vini di Sella&Mosca prodotti dai vitigni più rappresentativi dell’azienda: vermentino, cannonau e torbato, proposto in due versioni: una classica ed una “Metodo Classico”.

L’ispirazione prende corpo dalla notte magica di San Giovanni (23-24 giugno) quando un marinaio, un pugile, un eccentrico e un uomo ingiustamente accusato di essere un bandito si incontrano ad Alghero e saltando il fuoco diventano compari. I quattro portano il nome dei personaggi raccontati da Marras: Oscarì, il Metodo Classico da uve torbato; Ambat il Vermentino; Catore l’Alghero Torbato e Mustazzo il Cannonau. Ne nasce una storia di amicizia, di legami autentici, di valori e di territorio.

Siamo orgogliosi ed entusiasti di questa collaborazione, voluta fortemente per raccontare l’identità di una terra a cui abbiamo scelto di dedicarci con amore e rispetto” racconta Francesca Moretti, amministratore delegato di Sella&Mosca “con il progetto Sella&Mosca + Antonio Marras abbiamo anche voluto portare il nostro importante Know How producendo da un vitigno così rappresentativo per la Sardegna – e in particolare per Sella&Mosca – un Metodo Classico che appartiene, invece, alla tradizione vinicola della mia famiglia. Insieme al nostro enologo Giovanni Pinna abbiamo creato il primo Metodo Classico da uve torbato”.

Con Sella&Mosca condividiamo l’amore per Alghero, Barcellonetta per i nostalgici, i tramonti infuocati quando il sole cala dietro Capo Caccia, il gigante che dorme sul mare mentre il faro illumina come una stella cometa tutto il golfo”. Racconta Antonio Marras, “abbiamo in comune i profumi del mirto e dell’elicriso, l’ambat, il maestrale, il mare, le tinte scure degli uliveti e il rosseggiare delle vigne.”

Il racconto: Quando un marinaio, un pugile, un eccentrico e un uomo ingiustamente accusato di essere un bandito si incontrarono ad Alghero la notte di San Giovanni e saltarono sul fuoco e divennero compari. La notte di San Giovanni, tra il 23 e il 24 giugno, è forse la notte più incredibili dell’anno, celebrata da centinaia d’anni con riti e usanze.  La notte tra il 23 e il 24 giugno è una notte sacra. È la notte che decide i destini dell’intero anno solare, carica di magia e di presagi: pratiche divinatorie, lavacri di purificazione, falò rituali, raccolta notturna di rugiada ed erbe benefiche. La notte di San Giovanni è ancor più magica per i suoi mille fuochi, che si accendono in tutta Europa, tradizione antichissima tramandata dai Fenici che adoravano il dio Moloch. Chi salta i fuochi tenendosi per mano diventa compare e/o comare. Ad Alghero è una tradizione molto sentita. In spiaggia San Giovanni si accendono alti e ridondanti fuochi tra migliaia di persone che, incantate, giocano e festeggiano. Nella magica notte di mezza estate, quando il sole è nell’apogeo, al mondo possono accadere cose prodigiose. È quella notte quando OSCARÌ da Ittiri, CATORE da Villanova, i fratelli AMBAT da Alghero e MUSTAZZO da Mamoiada si incontrano in un  bar sulla spiaggia e ognuno con il suo percorso, ognuno diverso, si confronta, si confessa e racconta la propria storia. Racconta quello che è stato e quello che diventerà dopo il salto sul fuoco. Ognuno ha la sua caratteristica, il suo carattere, la sua tipicità. Chi è dolce, chi frizzante, chi scuro, chi chiaro, ma soprattutto tutti uniti da un legaccio rosso che porta al legame della terra e del cielo. Sotto il cielo stellato di Alghero e sulla terra di vigneti e ulivi si lega un’amicizia, un legame di quattro personaggi così vicini, così lontani, che per tutta la vita saranno compari,  più di fratelli. (Antonio Marras).

È la Sardegna la forza motrice dell’estetica di Antonio Marras.

OSCARÌ: Alghero Torbato Spumante Brut Metodo Classico
Nato ad Ittiri, Oscarì è un algherese elegante, un po’ gagà, effervescente. Ha vissuto a Parigi ed è tornato ad Alghero per la notte di San Giovanni.
Un naso spiccatamente floreale con sensazioni di biancospino e fiore di arancio. Una bocca dal perlage fine e brioso, ampio, deciso e assertivo, dal finale armonico e coerente, compatto e verticale.

AMBAT: Vermentino Di Sardegna
I gemelli Ambat sono due marinai di Alghero che conoscono bene il mare, il vento, le tempeste che sorprendono la città anche nel cuore dell’estate.
Vino ricco e complesso, regala sensazioni di fiori bianchi e frutti esotici, mandorla bianca e anice. Bocca voluminosa ma allo stesso tempo leggiadra, dal finale croccante, sapido e marino, solare, dal finale che distende, scintillante e travolgente.

CATORE: Alghero Torbato
Catore è un pugile che viene da Villanova. Il suo soprannome nasce dalla fusione tra i nomi di due celeberrimi pugili: lo statunitense Cassius Clay e l’algherese Tore Burroni che mezzo secolo fa conquistò il titolo mondiale di pesi mosca.
È un bianco ampio e avvolgente, dai tipici sentori di macchia mediterranea, elicriso in primis, pera e camomilla. Dal sapore leggermente buccioso, decisamente sapido, dalla trama fitta e affascinante, sfaccettato ed energico.

MUSTAZZO: Cannonau Di Sardegna
Mustazzo è nato a Marmoiada, ha due baffi neri e un’anima da “bandito impenitente”, porta con sé il mistero e la profondità di uno sguardo che sa incantare.
Naso in cui le note fruttate, di mora e sottobosco, sono affiancate da sensazioni di mirto e leggera speziatura. Per una bocca dal sorso fresco e dinamico, ritmata da un tannino avvincente e da una straordinaria acidità che accompagna e sostiene il finale lungo, carnoso e sapido.

Antonio Marras nasce ad Alghero, Sardegna, terra che segna profondamente la sua cifra stilistica dalla doppia anima: quella culturale – lo stilista da sempre si interessa ad ogni forma di espressione artistico-creativa – e quella più “tecnica”, sviluppata in base alla conoscenza profonda di materie e forme. Elementi chiave del suo stile sono: la Sardegna come spunto di ispirazione, la grande attenzione all’artigianalità, il “ligazzio rubio” (in Sardo, il “ligaccio rosso”) un trademark delle sue creazioni.

Sella & Mosca nasce ad Alghero per mano dei due imprenditori piemontesi che le danno il nome: l’ingegnere Sella, nipote del famoso statista Quintino Sella, e l’avvocato Mosca. Era il 1899 e quell’impresa suona ancora oggi pionieristica, unica ed esemplare. Furono necessarie imponenti opere di bonifica per trasformare quelle vaste tenute in impresa vivaistica prima e vitivinicola poi. Prima le barbatelle, da cui prese vita l’azienda vivaistica, poi i vigneti crebbero. Infine la costruzione di una cantina all’avanguardia. Conta oggi 550 ettari di vigneto producendo un’ampia gamma di etichette: dal Vermentino di Sardegna a quello di Gallura, dal Cannonau al Carignano del Sulcis, dai Torbato (anche in versione Charmat e Metodo Classico) al Marchese di Villamarina, un Cabernet dal profilo isolano.

L’azienda che ha ridato turgore a Sella&Mosca, è il Gruppo Terra Moretti. Tre regioni, sei cantine, sei modi diversi di vivere la bellezza dell’Italia. Terra Moretti è da sempre impegnata nella tutela e valorizzazione dei territori a più alta vocazione vitivinicola. Nel nome della capogruppo l’impegno di sempre: la terra è un patrimonio da tutelare, valorizzare e trasmettere alle nuove generazioni. In Franciacorta Bellavista e Contadi Castaldi, in Toscana Petra, Tenuta La Badiola e Teruzzi, in Sardegna Sella & Mosca. Imprese che si riconoscono negli stessi valori. Fondato da Vittorio Moretti, il gruppo è oggi guidato da Francesca Moretti che ha dato avvio ad un processo di conversione “verde” di tutte le tenute intraprendendo strategie integrate di difesa biologica e portando innovazione nel campo della sostenibilità ambientale.

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