Prosegue il mio approfondimento sull’Alto Adige con il racconto di una delle cantine che più ammiro in assoluto: San Michele Appiano.
In questo articolo andremo a conoscere più da vicino quello che la cantina definisce come il “vino principe”, quello che forse meglio degli altri riesce ad esprimere sia l’assoluta qualità del vino bianco altoatesino, sia la filosofia produttiva della cantina: il Pinot Bianco.
La Cantina San Michele Appiano è annoverata non solo tra le migliori cantine altoatesine, ma anche tra le aziende leader a livello italiano. Con i suoi 355 membri, 350 ettari di terreno coltivato e 2,3milioni di bottiglie vendute ogni anno, si è fatta un nome conosciuto ormai dal vasto pubblico. Solo l’etichetta “Sanct Valentin” è sufficiente, per far fremere d’emozione ogni appassionato ed ogni intenditore di vini. Dopo essere già stata eletta “Cantina dell’anno” nel 2000 dal Gambero Rosso, rivista leader del settore enogastronomico in Italia, la cantina è stata proclamata “Cantina Cooperativa dell’Anno” nella Guida 2021 “Vini d’Italia” del Gambero Rosso, che ha confermato il talento di San Michele Appiano nel distinguersi sia per le novità, che per l’ineccepibile lavoro svolto nella storia della viticoltura italiana. Anche il maestro cantiniere Hans Terzer, uno dei più rinomati enologi della regione e precursore assoluto in tema di vini bianchi altoatesini, è stato inserito tra i dieci migliori winemaker del mondo.
Grazie alla sua opera, oggi tutte le etichette firmate “San Michele Appiano” sono figlie di una costante ricerca della qualità senza compromessi, e sono il frutto di passione, esperienza, coraggio e sensibilità, valori che da oltre un secolo costituiscono la base di quella che è una delle più importanti realtà vitivinicole dell’intero panorama enologico dell’Alto Adige e dell’Italia intera.
Tra la gamma di vini prodotti da San Michele Appiano si colloca la “linea selezione”. I vini provenienti dai vigneti selezionati sono ambasciatori del proprio terroir e rispecchiano in modo unico i punti di forza dei vari piccoli impianti. In genere si tratta di singoli terreni su cui viene coltivata la vite da secoli. A seconda della varietà, i vini vengono vinificati in acciaio o in legno, affinché sviluppino una piena complessità ed un bouquet raffinato. Le rigide direttive sulla qualità, l’intenso lavoro manuale e l’impegnativa cura della vigna permettono loro di diventare ciò che sono: vini ricercati, di carattere e ben strutturati. Di questa linea, come il Riesling “Montiggl” di cui vi ho parlato qualche post fa, parte anche parte il meraviglioso Pinot Bianco “Schulthauser”.
Il Pinot Bianco, il più importante vitigno a bacca bianca dell’Alto Adige, è come una “Bella Addormentata” che, poco dopo il risveglio, si è subito proposto come “vino da parata” della regione ed è uno dei più importanti vini bianchi della cantina San Michele Appiano! Lo Schulthauser, un classico fra i Pinot Bianco dell’Alto Adige, è stato vinificato e imbottigliato la prima volta già nel 1982 ed è oggi tra i più conosciuti Pinot Bianco del panorama altoatesino. Un vino completo, finemente fruttato e fresco, in grado di sedurre il palato sia per la cremosa morbidezza, sia per la spiccata acidità.
Nasce nei vigneti di Schulthaus, tra i 540 e i 620 metri sul livello del mare, in una delle zone più vocate con una tradizione secolare; qui il microclima è mite, caratterizzato da notti fresche e da escursioni termiche che sono perfette per la giusta maturazione dell’uva. Vigneti di oltre 40 anni di età, su terreno calcareo e ghiaioso, ricco di argilla ed esposti a Sud e Sud-Est. Un’azienda storica dell’Alto Adige, un’azienda che vanta la partecipazione di quasi 350 famiglie di viticoltori che ne costituiscono indiscutibilmente la spina dorsale. Una passione che si tramanda di generazione in generazione, di mano in mano, di vendemmia in vendemmia.
Una tradizione di uve di estrema qualità; come quelle utilizzate per il Pinot Bianco “Schulthauser” che fermenta per il 75% in vasche di acciaio e per il 25% in botti di legno. Lo “Schulthauser” è un Pinot Bianco che si esprime in tutta la sua eleganza e finezza, dove le nette espressioni di mela, albicocca e pera si completando a vicenda, regalando un bianco dell’Alto Adige davvero di classe ed equilibrio.
Degustiamolo insieme!
Vista: giallo paglierino con riflessi verdi
Naso: evoca nette espressioni di frutta a polpa bianca di mela, albicocca e pera, mandorla fresca, agrumi, percezioni floreali e salmastre
Palato: intenso ed equilibrato con cremosità fruttata, deciso, sapido, di buon corpo e appagante
Consigli d’abbinamento: tipico vino da aperitivo e per l‘estate, ma anche versatile accompagnatore di pietanze: è consigliato tanto sui frutti di mare e il pesce in generale, quanto su piatti delicati di selvaggina di piuma. Un abbinamento particolarmente consigliato è con gli “Schlutzkrapfen” tirolesi o gnocchi al formaggio
Temperatura di servizio: 8-10° C
Potenziale d’invecchiamento: 4 a 5 anni
Riconoscimenti:
2019: 93 Punti Luca Maroni, 92 Punti James Suckling, 91 Punti Robert Parker, 91 Punti Falstaff, 90 Punti I Vini di Veronelli, 90 Punti Intravino
2018: 94 Punti Wine Enthusiast, 91 Punti James Suckling, 91 Punti Decanter
2015: 89 Punti Wine Spectator
La Cantina San Michele Appiano si trova ad Appiano sulla Strada del Vino in Alto Adige, un comune che conta 15.000 abitanti. A soli 10 chilometri a sudovest del capoluogo della provinci, Bolzano, si estendono più di 1.000 ettari coltivati a vite, facendo di Appiano il comune vinicolo più grande dell’Alto Adige.
Spero di aver stuzzicato il vostro desiderio di degustare questo vino e conoscere più da vicino la Cantina San Michele Appiano. Potete acquistare direttamente dal loro e-shop qui. E non dimenticate di farmi sapere cosa ne pensate, sono certa che soddisferanno appieno le vostre aspettative.