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IllyCaffè e Guida Michelin per la Biennale Arte di Venezia

“C’è arte in tutto ciò che facciamo”

4 cene – evento, un dialogo creativo tra Artisti & Chef in occasione dei 10 anni di Illy insieme alla Biennale Arte in collaborazione con Guide MICHELIN

Guy Martin

Illycaffè, nell’ambito della sua collaborazione con La Biennale di Venezia per la 58^ Esposizione Internazionale d’Arte May You Live In Interesting Times, organizza una serie di quattro cene-evento, realizzate con Guide MICHELIN nella cornice del ristorante Le Bombarde dell’Arsenale. Di volta in volta andrà in scena il dialogo creativo tra un artista, selezionato da Ralph Rugoff, curatore della 58^ Esposizione Internazionale d’Arte, e uno chef stellato, selezionato da Michelin. Lo chef e l’artista daranno vita a un’esperienza unica, messa in vendita al pubblico attraverso il circuito online di Guide MICHELIN e preceduta da una eccezionale visita a porte chiuse della mostra.

Per celebrare il legame profondo con l’Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, che si rinnova ormai da 10 edizioni”, spiega Massimiliano Pogliani, Amministratore Delegato di illycaffè, “abbiamo sviluppato un progetto in cui l’arte contemporanea incontra l’alta cucina, creando contaminazioni e proponendo un’esperienza ogni volta inedita: un concetto che si può sintetizzare nel messaggio ‘c’è arte in tutto ciò che facciamo’. Sostenibilità, qualità & bellezza , le tre anime del nostro brand e della nostra missione aziendale, vivono attraverso questi eventi alimentando uno scambio creativo, che diventa una nuova forma artistica e crea valore: parte del ricavato delle cene verrà infatti devoluto a sostegno del progetto di digitalizzazione della fototeca dell’Archivio Storico della Biennale di Venezia.”

Ogni artista ha realizzato una tazzina decorata ispirata al progetto, che farà parte di un’edizione speciale illy Art Collection in uscita nell’autunno 2019.

Calendario delle cene:

16 Luglio 2019
Artista: Cameron Jamie & Chef: Guy Martin 2**

9 Settembre 2019
Artista: Adriana AD Minoliti – Chef Niko Romito 3***

23 Settembre 2019
Artista: Slavs & Tatars – Chef Juan Amador 3***

7 Ottobre 2019
Artista: Ulrike Muller – Chef Sang Hoon Degeimbre 2**

Cameron Jamie 1969 – Stati Uniti

Cameron Jamie realizza opere sfruttando media diversi, che spaziano dalla fotografia al video, dai disegni a china alla ceramica, alla scultura e alle fanzine fotocopiate. L’opera per cui si è però distinto nei primi anni della sua carriera è stata Kranky Klaus (2002-2003), un video che documentava il Krampuslauf, una tradizione natalizia alpina. In un paesino rurale dell’Austria, uomini travestiti da bestie dotate di corna si aggirano per le strade, di notte, in cerca di bambini e giovani donne che si siano comportati male. Dopo averle individuate, i Krampus aggrediscono le proprie vittime in un rituale, autorizzato dalla cultura locale, di violenza programmata ma che appare del tutto reale.

Guy Martin 1957 – Francia

Chef autodidatta e guidato da molteplici passioni, Guy Martin inizia la carriera 17 anni come pizzaiolo, scalando i gradini dell’alta cucina per giungere a guidare, nel 1991, un vero proprio monumento della storia culinaria francese: il Grand Véfour a Parigi. In questo gioiello d’arte decorativa del XVIII secolo, che già come Caffè de Chartres ha ospitato Bonaparte e Joséphin, Lamartine, Hugo. Guy Martin rinnova il fasto di una grande esperienza gourmand celebrata da guide e premi internazionali. Nella sua cucina eccellenti materie prime vengono esaltate sia dalla competenza che da ispirazioni eclettiche, dai viaggi all’arte, in piatti eterei ed evocativi portando un nucleo tradizionale di haute cuisine alta ai vertici dell’originalità.

AD Minoliti 1980 – Argentina

Per Ad Minoliti la pittura metafisica è il simbolo dell’utopia modernista e di tutti i suoi aspetti riprovevoli: gli ideali tendenti alla repressione, le strutture rigide e conservatrici e pure l’implicita “logica binaria”, legata alla teoria di Jacques Derrida secondo cui il pensiero occidentale si fonda su contrasti dualistici come maschio-femmina, razionale-emotivo o natura-cultura. Il suo impegno artistico, quindi, è rivolto alla creazione di uno spazio di rappresentazione alternativo che si opponga a tale posizione modernista. L’artista ha trovato un omologo dialettico dello spazio della pittura metafisica nel mondo immaginario delle case per bambole. Invenzione del diciassettesimo secolo, queste ultime nacquero come strumento pedagogico per spiegare alle bambine il loro futuro ruolo di casalinghe, madri e mogli sollecite, e ai bambini l’accettazione di tale filosofia e divisione dei compiti. Minoliti si appropria dell’estetica della casa per bambole e dei suoi oggetti di scena e la accosta a un immaginario modernista che ricorda Kandinskij, Picasso o Matisse, per poi farla a pezzi, distorcerla, modificarla e riconfigurarla del tutto.

Niko Romito 1974 – Italia

Niko Romito dal 2000 guida la cucina del ristorante Reale, originariamente nato come pasticceria di famiglia. Broker mancato, poi cuoco autodidatta, profondamente legato al suo territorio, in soli 7 anni ha conquistato 3 stelle Michelin, a cui si sono aggiunti importanti riconoscimenti in Italia e all’estero. Nel 2011 Romito ha trasferito il Reale da Rivisondoli a Castel di Sangro, in un ex monastero del ’500, “Casadonna”: qui ha inaugurato anche un boutique hotel e una scuola di cucina professionale. Nel 2013 ha fondato Spazio, rete di ristoranti-laboratori gestiti dai diplomati della scuola, modello inedito in Italia. Nel 2016 ha presentato il progetto “IN-Intelligenza Nutrizionale”, innovativo protocollo scientifico di cucina studiato per la ristorazione collettiva, a partire dagli ospedali. In Romito istinto imprenditoriale e sensibilità gastronomica sono inscindibili. I suoi piatti dimostrano come attraverso una ricerca incessante Romito percorra la strada dell’essenzialità, dell’equilibrio e del gusto. In pochi anni è riuscito a creare un linguaggio culinario forte e personale, del tutto privo di riferimenti ovvi.

Slavs & Tatars

Slavs & Tatars è nato nel 2006 come gruppo di lettura, per poi evolversi in un collettivo artistico la cui pratica poliedrica è rimasta molto vicina al linguaggio, in senso sia letterale sia figurativo. Le sue opere, che spaziano da sculture e installazioni a lecture pe rfo r mance , rappresentano un approccio di ricerca non convenzionale alla varietà e alla complessità culturali dell’area geografica compresa tra due barriere tanto simboliche quanto fisiche: il vecchio Muro di Berlino e la Muraglia Cinese. È in quest’ampio territorio che Oriente e Occidente si scontrano, si fondono l’uno nell’altro e si ridefiniscono a vicenda.

Juan Amador 1968 – Austria

Tedesco con radici spagnole, dopo anni di attività in Germania e il conseguimento di molti riconoscimenti, nel 2016 apre il suo elegante ristorante Amador a Vienna, sul limitare del centro storico: una cantina a vista con soffitto a volta e una lunga arcata in mattoni ospita il locale più avanguardista della scena cittadina, premiato con le ***Michelin. La sua è una cucina molto personale, tecnica e multiculturale, prodotti locali al centro ma Asia e Mediterraneo ben radicati nelle sue proposte. Un menu che è sempre sorprendente, ricco di contrasti sapientemente armonizzati, un tocco avant-garde sulla cucina europea che l’ha reso uno degli chef più celebrati della scena internazionale.

Ulrike Müller 1971 – Austria

Ulrike Müller lavora con diversi media (tra cui pittura a smalto, stampe e tappeti) per esprimere un formalismo grafico e rigoroso, carico di possibilità femministe e queer. L’artista crea superfici minuziose che stimolano uno sguardo intimo e organizza con attenzione lo spazio espositivo, lavorando con l’architettura e appendendo le opere ad altezze non convenzionali per sottolineare come anche la galleria sia un contenitore.

Sang Hoon Degeimbre 1969 – Belgio

Nato in Corea del Sud ma adottato da una famiglia belga, da ragazzo si iscrive a farmacia, percorso poi abbandonato per frequentare un istituto alberghiero seguito da una specializzazione in macelleria fino a diventare sommelier. Sang Hoon inizia a lavorare in sala e in cantina, ma nel 1997 intraprende quello che lui descrive come il suo “viaggio essenziale” più importante, aprendo con la moglie Carine il suo ristorante Air du Temp a Noville sur Mehaigne, vicino a Namur. Unendo alla sua sensibilità una formazione trasversale evolve in venti anni la sua personale idea di cucina usando prodotti in un raggio di massimo 15 km (ad eccezione delle spezie) sino trovare la propria identità. Alla base dei suoi piatti il concetto di food pairing che consiste nel mappare tutti gli ingredienti naturali in base alle loro molecole aromatiche per trovare affinità di gusto o idiosincrasie gustative per creare accoppiamenti o sostituzioni

Per prenotazioni e informazioni: www. guida.michelin.it

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