Rosanna Marziale, chef del ristorante stella Michelin ‘Le Colonne‘ di Caserta, ci racconta perché è così orgogliosa di essere italiana, come crede che il mondo cambierà dopo la pandemia Covid-19 e perché essere fedele al suo DNA e ai suoi valori è il segreto del suo successo.
Il mondo intero è coinvolto da questa pandemia globale. Prima di tutto, che messaggio sente di dare ai suoi clienti e soprattutto ai suoi colleghi?
Di resistere, perché anche se ci vorrà tempo tutto si sistemerà.
Si dice che dietro ogni problema ci sia sempre un’opportunità; questa pausa forzata non è facile da affrontare ma potrebbe averle anche dato modo di riscoprire il valore del tempo e l’occasione di poter studiare e sperimentare con maggiore calma. Cosa, di positivo, pensa uscirà da questa situazione?
No, in verità non c’è stata alcuna intenzione né di sperimentare né di studiare con calma. Questo stop ci ha visti vulnerabili, impauriti e le uniche certezze sono ciò che abbiamo costruito. E parlo sia a livello personale che lavorativo e sociale.
Come si sta preparando alla ripresa dopo i dolorosi sacrifici e lo stop forzato in questo periodo di emergenza?
Siamo disorientati in quanto essendo una situazione nuova nessuno conosce ancora le linee guida da seguire la certezza è la nostra grande passione.
L’emergenza Covid-19 sta riscrivendo le regole dell’enogastronomia. Come immagina il futuro della ristorazione quando tutto sarà finito?
Ho sempre lavorato sui prodotti del territorio esprimendo in pieno la mia identità territoriale e tutto questo non fa altro che rafforzare il lavoro costruito in tutti questi anni.
Qualcuno sostiene che il “food delivery” rappresenti un valido supporto ai ristoratori… la teoria può essere applicata anche alla cucina d’autore?
Noi da sempre siamo pasticceria e abbiamo dei piatti e dei menu nella sezione pronti da portar via, sin dalla fine degli anni 50 il nostro ristorante ha sempre sempre fatto tutto. Ma la soluzione ora non è questa.
Secondo lei quali saranno i trends che influenzeranno la ristorazione del futuro?
La semplicità e la sicurezza.
Se fosse l’ispettore di una guida enogastronomica dopo il coronavirus, quali criteri di valutazione prenderebbe in considerazione?
Sostanza sicurezza e territorio.
Il fine-dining ritornerà o rinascerà?
Rinascerà, mi auguro nello stile più semplice e immediato.
Parliamo di cose positive: qual è stata la sua ispirazione nel creare il suo attuale menu degustazione?
Sono ripetitiva, lo so, ma: il territorio e la voglia di abbinare sostanza prodotto e fantasia.
Ci racconti del suo piatto del cuore, il “signature dish” che più di tutti la identifica, cosa lo rende unico e se lo rivisiterebbe in futuro.
Sono due: la palla di mozzarella e la pizza al contrario, lasciati così come sono.
Sostenibilità, un argomento sempre più di tendenza ultimamente. Quale pensa sarà l’impatto post-Covid-19 sui ristoranti fine-dining in fatto di sostenibilità?
Si inizierà finalmente ad utilizzare i prodotti a km zero, facendo quella rete di cui si è sempre tanto parlato e poco applicata, anche se nel mio menu denominato la Carta Marziale c’è un racconto ed una illustrazione dei prodotti che utilizzo con il nominativo dei miei fornitori e i loro contatti.
Il suo ristorante ha un posto speciale nel suo cuore; ci racconti alcuni momenti che ricorda ancora quando ha aperto e quali sono state le sue maggiori sfide quando ha iniziato.
Il mio ristorante è stato creato dal niente, da nostro padre anche se ci ha lasciati adolescenti, quindi per rispondere alla sua domanda, ci sono nata: per me è casa.
Con la sua cucina, lei è interprete e testimonial di una filosofia che va oltre il semplice cibo. Ha creato un universo e un DNA potente e riconoscibile. Quali pensa siano i fondamentali del successo?
La passione e il desiderio di riconoscere non solo me ma tutta la mia famiglia da sempre nella ristorazione e soprattutto il lavoro di nostro padre.
Se ci fosse una cosa di sé stesso che vorrebbe cambiare quale sarebbe?
L’impulsività, che spesso è anche un pregio.
Qual è la sua frase o il suo motto preferito?
Fare nuovi sbagli e non sempre gli stessi.
Cosa la mette di buon umore? Ha delle abitudini, degli hobby o dei rituali a cui ricorre per fare il pieno di positive vibes?
La musica e lo sport.
Se non avesse fatto lo chef, che cosa le sarebbe piaciuto diventare?
Fotografa o cantante.
Come definirebbe il Made in Italy in tre parole?
Sostanza. Piacere. Bontà.
Ristorante
Le Colonne Marziale
Viale Giulio Douhet, 7
81100 Caserta (CE)