La magia di un territorio, infinite varianti di clima, suolo ed esposizione rendono i prodotti unici al mondo. Questo è il Monferrato, un paesaggio culturale risultato dell’azione combinata dell’uomo e della natura, che oggi è altresì riconosciuto come Patrimonio dell’Unesco.
Lungo le sue dolci colline coperte da vigneti a perdita d’occhio, inframmezzati da piccoli villaggi di altura e pregevoli castelli medievali dalle atmosfere fuori dal tempo, si producono diverse eccellenze gastronomiche e ottimi vini come l’inconfondibile Brachetto d’Acqui.
Secondo la leggenda, già al tempo dei Romani nel territorio di Acqui si produceva un vino ritenuto essere afrodisiaco. Non sappiamo se fosse un antenato del Brachetto d’Acqui, ma il Vinum Acquense, così era detto questo prodotto, sembra sia persino stato apprezzato da Cleopatra: prima Giulio Cesare e poi Marco Antonio infatti recapitarono alla bella regina d’Egitto otri ed otri di questo vino, allo scopo di… ben predisporla nei loro confronti!
Da allora nell’acquense si ha notizia della produzione di un vino rosso dolce ed aromatico, che nel 1817 il naturalista Gallesio definì come “vino celebre” e che, nel 1922, venne classificato in modo ufficiale da Garino Canina, che affermò:
“…tra i vini di lusso il Brachetto appartiene alla categoria dei vini rossi dolci ed aromatici: è un vino con profumo speciale, moderatamente alcolico e zuccherino, non molto colorito che per lo più si consuma spumeggiante o spumante…”.
Attualmente il Brachetto viene prodotto nella zona piemontese delle cosiddette “colline degli aromatici”, ovvero nei territori di ventisei comuni divisi fra le provincie di Asti e Alessandria.
La sua storia davvero antica e questo grande prodotto enologico, unito alla limitatezza del territorio di produzione, fanno sì che il Brachetto d’Acqui rappresenti davvero il più caratteristico degli spumanti rossi dolci e un’assoluta eccellenza nel panorama dei vini italiani. La sua tecnologia attuata per la quasi totale produzione della DOCG è la versione “spumantizzata” che viene comunemente definita metodo Charmat (o “Martinotti”), utilizzando unicamente uva Brachetto, un’uva rossa autoctona, che ha come caratteristica prevalente la naturale dolcezza e aromaticità dei suoi profumi varietali.
Scopriamo dunque le sue inimitabili caratteristiche.
Degustazione
–Colore: rosso rubino tendente al porpora mediamente intenso con un perlage fine e persistente;
–Bouquet: gradevoli profumi florali di rosa canina, viola, geranio e di frutta fresca soprattutto fragole e pesche mature con una delicata componente muschiata;
–Sapore: dolce, fresco, armonico, di medio corpo con una bilanciata acidità e di buona persistenza, lascia un piacevole ricordo di rosa sul finale.
Servizio & Abbinamenti
Grazie alla sua gradazione alcolica contenuta, il Brachetto d’Acqui DOCG Duchessa Lia ben si presta ad accompagnare soprattutto i dessert e la frutta, regalando momenti di vero piacere anche ai palati meno esperti. Un abbinamento particolarmente gustoso è quello con il cioccolato, le macedonie di frutta, i dolci da forno e le crostate, pasticceria secca ma anche semplicemente con delle fragole fresche o delle pesche di stagione: gli aromi ed i profumi della frutta si mescolano a quelli del vino, regalando sensazioni piacevoli ed intensi profumi floreali.
Ma non solo: il Brachetto d’Acqui è un ingrediente molto apprezzato nella preparazione di cocktail, aperitivi e long drinks, abbinandosi in modo eccellente non solo al gusto dolce, ma anche al salato.
È bene ricordare che la temperatura di servizio non dovrebbe essere eccessivamente bassa, poiché il freddo tende a bloccare i profumi del vino, che di conseguenza non si sprigionano e non arrivano al palato. Per questo vi consiglio di servirlo fresco alla temperatura ideale di 8 – 10° C in calici da spumante per favorire la diffusione dei profumi.
Per gustare al meglio la freschezza del Brachetto d’Acqui, consumatelo entro i due anni dalla vinificazione.