La Repubblica Sudafricana rappresenta una delle zone vitivinicole più vivaci e dinamiche a livello mondiale, grazie al cambio di rotta dei giovani produttori che iniziano a sperimentare e avvantaggiare vitigni capaci di produrre vini di maggiore qualità.
Una delle più singolari zone del Sudafrica è Cape Winelands. Qui l’Africa dei safari sembra lontanissima. E il paesaggio è un groviglio geometrico di filari di vite, orti, frutteti – chiusi dalla quinta delle Hex River Mountains che li separa dal deserto del Karoo – punteggiati da candide fattorie con facciate vezzose come merletti sovrastate da tetti di canne.
Due secoli dopo, un vino dolce prodotto nei vigneti di Constantia, sui pendii della Table Mountain, figurava nelle pagine di Charles Dickens e Jane Austen. Per assaggiarlo oggi bisogna andare nella tenuta di Klein Constantia, dove lo si produce con i metodi tradizionali da uve Muscat de Frontignan.
A poca distanza, l’antesignana di tutte le cantine, Groot Constantia, un grande podere che conserva la casa originale, Manor House, oggi trasformata in museo.
Alle spalle di Cape Town si allarga la regione vinicola del Capo, che comprende Franschhoek, Stellenbosch e Paarl. Qui si produce il vino migliore del Sudafrica: Merlot, Chenin Blanc, Chardonnay, Pinotage. Stellenbosch è un piccolo gioiello d’architettura cape dutch, aggraziato stile dove il Barocco nordeuropeo si fonde con materiali sudafricani, come canne e calce di conchiglie.
Seguendo la Wine Route da Stellenbosch si arriva alla storica tenuta di Boschendal, con una casa museo che ricostruisce la vita della regione ai tempi delle colonie: imponenti letti a baldacchino, antiche pendole olandesi e armadi in noce. D’obbligo una sosta nella cantina del 1685 per un bicchiere di Blanc de Noir.
Ma la meta più glamour delle Wineland è Franschhoek, “il villaggio dei francesi“, fondato dagli ugonotti a fine Seicento: case eleganti, boutique hotel e ristoranti rinomati che ne fanno la mecca gastronomica del Sudafrica.
Crediti: Il Sole 24 Ore